L’hanno definito elicotterista, aviatore e in tanti altri modi. Ma Gilles Villeneuve era soprattutto un pilota leale e generoso, fin troppo, che amava le corse e la velocità. A 30 anni dalla morte il suo ricordo suscita ancora forti emozioni. Per questo motivo il club Officina Ferrarese gli ha dedicato una serata. Protagonista lo scrittore Cesare De Agostini, autore del libro “Gilles vivo” che ha ripercorso la carriera del pilota canadese rimasto nel cuore dei tifosi della Ferrari. Tra i momenti più entusiasmanti, De Agostini ha ricordato la sfida tra la Ferrari di Villeneuve e il cacciabombardiere F104 sulla pista dell’aeroporto militare di Istrana. «Mi avvicinai all’abitacolo e gli sussurrai: “Oggi sei come Tazio Nuvolari”. Lui scosse la testa». Il riferimento era all’analoga prova, tanti anni prima, sul circuito del Littorio a Roma tra l’Alfa Romeo del mantovano volante e il biplano Caproni. Nuvolari perse, Villeneuve vinse. Alla vedova di Villeneuve, Joann, De Agostini chiese perché Gilles rifiutò il paragone con Nuvolari. «Era timido», rispose. Una vita da corsa, raccontata sul filo della poesia, come solo lo scrittore sa fare. L’assessore allo sport di Ferrara, Luciano Masieri, ha ringraziato De Agostini per la sua capacità di appassionare il pubblico, così come ha fatto Giulio Felloni, ex presidente del club, appassionato di auto d’epoca e pilota della Mille Miglia. Il presidente dell’Officina Ferrarese, Riccardo Zavatti, ha annunciato che proporrà al consiglio direttivo di nominare De Agostini socio onorario. Un caloroso applauso ha salutato l’intervento dello scrittore, che si è concluso così: «Dopo la morte del pilota a Zolder, su un circuito è spuntato uno striscione dei tifosi. Dio perdona, Gilles no».