Il riconoscimento al grande coach della pallacanestro «Quando lavoravo all’estero pensavo sempre a Ferrara»
La 19ª edizione del Memorial Mirto Govoni si è conclusa ieri e il riconoscimento è stato assegnato quest’anno al professor Mario De Sisti, giustamente definito da Paolo Dal Buono presidente di Assonautica ” un mito” dello sport.
«Premiare De Sisti – ha infatti ribadito ieri durante la cerimonia tenutasi all’Aero Club – è come premiare tutto lo sport ferrarese e per me che sono stato un insegnante di educazione fisica è doppia soddisfazione. Oggi poi abbiamo anche la fortuna di avere come ospite Folco Quilici che ricevette lo stesso premio lo scorso anno e che consegnerà il riconoscimento al nostro celebre concittadino». Mario De Sisti ha un curriculum internazioanle come coach di pallacanestro. ha portato la Standa dalla C alla A, allenando 17 anni in A1 e A2. Ha vinto anche una coppa Korac. Ad Assonautica si affiancano ogni anno l’Officina Ferrarese rappresentata ieri da Massimo Maiarelli, il Jazz Club con il presidente Andrea Firrincieli e l’Aero Club, con Giancarlo Bergami, è parte attiva nell’organizzazione del Memorial e presso il quale si tiene tradizionalmente l’evento. «Sono molto lieto di poter ripetere anche quest’anno, la manifestazione che annovera ormai nomi prestigiosi quali Arnoldò Foà, Mario Resca, il professor Zamboni e tanti altri.- ha dichiarato il presidente dell’Areo Club Alessandro Ronchei – Ringrazio il colonnello Carapano dell’Aeronautica, lo scrittore Folco Aulici e l’amico Pier Giorgio Dall’Acqua per essere intervenuti».
«Non so se sono più fiero o commosso per questo riconoscimento – ha dichiarato Mario De Sisti dopo la consegna del piatto d’argento – Fiero ed orgoglioso perché è la mia città a conferirlo e perché anch’io vado così a far parte di un prestigioso part terre di personaggi; commosso perché ebbi l’occasione di conoscere Mirto Govoni molti anni fa quando dal giornale dove lavorava si spostava spesso a casa mia – io abitavo proprio di fronte alla sede di Viale Cavour – per intervistare mio padre in quanto Mazza che dirigeva la Spal era uomo di poche parole se non di monosillabi. La mia carriera si è svolta moltissimo all’estero; sono stato in tutto il mondo ma in verità non vedevo l’ora di tornare alla mia Ferrara ed al mio Castello. Con tutte le esperienze che ho vissuto potrei scrivere un lungo libro; ho visto l’entusiasmo e la volontà di molti giovani, ma anche tanta povertà; ho conosciuto culture ed usanze diverse e quello che ho ricevuto da questa mia professione è una grandissima ricchezza umana».
Hanno allietato il pomeriggio Roberto Manuzzi al sax e La voce di Daniela Firpo.
Margherita Goberti